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Tasse - proroga - Modello 730 - Web Tax

Legge di Bilancio 2018: la web tax

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La web tax è una delle tasse che più ha fatto discutere negli ultimi anni. Si tratta di un’imposta sui servizi forniti attraverso internet o una rete elettronica la cui natura rende la prestazione essenzialmente automatizzata, corredata da un intervento umano minimo e impossibile da garantire in assenza della tecnologia dell’informazione. Introdotta definitivamente nel nostro ordinamento con la legge di bilancio 2018, andrà a colpire, a partire dal 1 gennaio 2019, tutti i soggetti che effettuano online più di 3000 transazioni B2B l’anno. Inizialmente era stata istituita con un’aliquota del 6%. Poi è stato deciso di ridurla al 3% sulle transazioni effettuate online al netto dell’iva.

Soggetti colpiti

I soggetti interessati sono tutti coloro che effettuano più di 3000 transazioni l’anno grazie alla rete. Con questo si includono sia le imprese residenti, che quelle non residenti con una stabile organizzazione.

Il limite decisamente basso è volto proteggere le piccole imprese e renderle più competitive sia sul mercato interno che su quello internazionale. Il problema è che 3000 transazioni l’anno sono un numero esiguo per chi opera nel web. Questo vuol dire che la maggior parte delle imprese italiane saranno colpite e svantaggiate rispetto ai concorrenti stranieri i. Questi ultimi infatti, con questa tassa, assolverebbero tutti gli obblighi impositivi in Italia. Le imprese residenti invece dovranno comunque pagare anche l’IRES e L’IRAP vedendo ridurre sempre di più il proprio margine di profitto. La conseguenza sarà una necessità di vendere a prezzi più alti rispetto ai competitors.

Sono invece esclusi dalla manovra:

  1. I soggetti che hanno aderito al regime forfettario (art. 1 commi 54-89 della L. 190/2014);
  2. Coloro che hanno aderito al regime dell’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità (di cui all’art. 27 del D.l. 98/2011);
  3. Le stabili organizzazioni di soggetti non residenti situate nel medesimo territorio.

Decorrenza

L’entrata in vigore è stabilita per il 1 gennaio 2019 ed entro il 30 aprile 2018, il MEF dovrà emanare un decreto con cui stabilisce quali sono le prestazioni di servizi che saranno colpite dall’imposizione. L’Agenzia delle Entrate, nei 60 giorni successivi, dovrà indicare le modalità di segnalazione delle operazioni rilevanti ai fini della web tax ed infine sarà sempre un provvedimento delle Entrate a stabilire quali saranno gli adempimenti dichiarativi e le modalità di pagamento dell’imposta. Pagamento che con tutta probabilità sarà effettuato mediante ritenuta alla fonte da parte dell’acquirente, da versare il 16 del mese successivo all’operazione.

Ambito Europeo

In ambito comunitario, i prossimi mesi potrebbero essere decisivi per delineare una normativa comune.

Dott. Marco Palano 15/01/2018

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