
Sono tante le novità previste dal Decreto Dignità approvato lo scorso 2 luglio dal Consiglio dei Ministri. Tra queste, una delle più importanti che riguarda i professionisti è quella dell’abolizione dello split payment. A partire dalla sua entrata in vigore, i professionisti potranno fatturare le loro prestazioni professionali rese nei confronti della Pubblica Amministrazione con modalità ordinarie.
Cos’è lo split payment
Introdotto dalla Legge di Stabilità 2015, lo split payment è un meccanismo attraverso il quale le Pubbliche Amministrazioni che acquistano beni o servizi, qualora non siano soggetti passivi IVA, versano direttamente all’Erario l’imposta sul valore aggiunto addebitata dai propri fornitori, pagando dunque a questi ultimi il corrispettivo al netto dell’IVA.
Tale meccanismo è stato introdotto per contrastare la forte evasione fiscale in ambito iva originata da soggetti che incassano l’IVA sulle fatture emesse, ma non la versano all’Erario nelle rispettive scadenze.
A chi si applica?
Si applica a:
- Stato;
- Organi statali dotati di personalità giuridica;
- Enti pubblici territoriali;
- Camera di Commercio;
- Istituti Universitari;
- Asl;
- Enti di previdenza;
- Enti di pubblica assistenza e beneficienza.
Abolizione dello split payment per i professionisti
Come previsto dall’art.11 del Decreto Dignità, lo split payment per i professionisti fa un ritorno alle origini.
Inizialmente era infatti prevista l’esclusione dei professionisti, ma la manovra correttiva 2017 (DL 50/2017) ha esteso l’obbligo a tutti i soggetti operanti con la Pubblica Amministrazione. Con il Decreto Dignità si torna dunque alla precedente disciplina.
I soggetti sottoposti a split payment
I soggetti sottoposti a split payment che ricevono le fatture dai professionisti, saranno dunque tenuti ad operare la ritenuta alla fonte e liquidare l’Iva a tali soggetti, invece di versarla direttamente all’Erario.
Dott. Marco Palano 10/07/2018