Le spese di rappresentanza

By 20 Dicembre 2016News

Le spese di rappresentanza sono quelle spese sostenute dall’impresa per promuovere, diffondere o rafforzare la propria immagine all’esterno.  Rappresentano dunque erogazioni a titolo gratuito di beni e servizi per fini promozionali o relazionali e sono caratterizzate dal fatto che non vi è una netta correlazione tra i costi sostenuti e i ricavi realizzati.

Con la C.M. 13 luglio 2009, n. 34/E l’agenzia delle Entrate ha sottolineato che non costituiscono spese di rappresentanza solo le erogazioni gratuite effettuate nei confronti dei clienti. Valgono anche quelle effettuate verso soggetti con cui l’impresa intende instaurare rapporti. Tra questi ci sono ad es. nuovi potenziali clienti o possibili partner per determinate operazioni.

Va chiarito però che non si tratta di spese pubblicitarie. Esse sono sostenute per diffondere il nome e l’immagine dell’azienda presso il pubblico stimolando l’intensificazione della domanda. Quelle di rappresentanza non sono sostenute per accrescere l’immagine dell’azienda nei confronti della generalità dei consumatori, ma solo nei confronti di particolari soggetti.

Quali possono essere allora le spese di rappresentanza?

L’Agenzia delle Entrate ha fornito un elenco nella Risoluzione n. 27/E del 12 marzo 2014. Sono spese di rappresentanza:

  1. le spese per viaggi turistici nei quali siano programmate e svolte attività promozionali di beni e servizi la cui produzione o il cui scambio costituisce oggetto  dell’attività caratteristica dell’impresa;
  2. le spese per feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione di ricorrenze aziendali o di festività nazionali o religiose;
  3. le spese per feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione dell’inaugurazione di nuove sedi, uffici o stabilimenti dell’impresa;
  4. le spese per feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione di mostre, fiere, ed eventi simili in cui sono esposti i beni e i servizi prodotti dall’impresa;
  5. ogni altra spesa per beni e servizi distribuiti o erogati gratuitamente, ivi inclusi i contributi erogati gratuitamente per convegni, seminari e manifestazioni simili il cui sostenimento risponda ai criteri di inerenza che andremo a spiegare di seguito.

Requisiti

Le spese di rappresentanza devono rispettare i seguenti requisiti per essere deducibili:

  • Il requisito dell’inerenza. Si considerano inerenti se “effettivamente sostenute e documentate riferibili a erogazioni a titolo gratuito di beni e servizi, effettuate con finalità promozionali o di pubbliche relazioni il cui sostenimento risponda a criteri di ragionevolezza in funzione dell’obbiettivo di generare anche potenzialmente benefici economici per l’impresa”. In poche parole i costi, per essere deducibili, devono essere necessari per il conseguimento dei ricavi.
  • Devono essere sostenute con riferimento ai clienti dell’impresa. SI intendono sia quelli effettivi che potenziali.
  • Il requisito della congruità. Devono infatti essere congrue con i ricavi generati. Un caso particolare è costituito dalla nuove società per le quali i ricavi sono bassi o nulli nei primi esercizi. In questo caso parte delle spese di rappresentanza si possono dedurre negli esercizi successivi dove si genereranno i primi ricavi.

Limiti di deducibilità

Le spese di rappresentanza sono interamente deducibili se il valore unitario del bene o del servizio erogato è inferiore a 50 euro. In questo caso l’unico limite è dato dall’inerenza e dalla congruità. Se si supera tale valore ci sono dei limiti di deducibilità da rispettare:

  • 1,5% dei ricavi e altri proventi della gestione caratteristica fino a 10 milioni;
  • 0,6% dei ricavi e altri proventi della gestione caratteristica per la parte eccedente i 10 milioni e fino ai 50;
  • 0,4% dei ricavi e altri proventi della gestione caratteristica per la parte eccedente i 50 milioni.

Il superamento di tali limiti comporta l’indeducibilità per la parte eccedente.

Questi valori erano riferiti alle società.

Per quanto riguarda i professionisti invece, il limite di deducibilità è dell’1% del valore dei ricavi.

Detraibilità dell’IVA

Per le spese di rappresentanza, l’Iva è interamente detraibile per gli importi inferiori a 50 euro. Diventa invece interamente indetraibile per gli importi superiori. Se però il bene offerto in omaggio al cliente rappresenta un bene dell’attività d’impresa, è sempre detraibile a prescindere dal valore unitario. Diverso è invece il discorso di un bene estraneo all’attività d’impresa dato in omaggio a un dipendente. In questo caso l’IVA è indetraibile a prescindere dal valore unitario del suddetto bene.

Le spese per somministrazione di cibo e bevande e per gli alberghi

Un discorso a parte va fatto per le spese per somministrazione di cibo e bevande e per gli alberghi sostenute dalla società.

Tali spese, se assimilabili alle spese di rappresentanza, prima di concorrere insieme alle altre sostenute dalla società o dal professionista, devono essere decurtate al 75%. Il totale delle spese di rappresentanza è dunque rappresentato dalle spese di rappresentanza trattate in precedenza (omaggi di prodotti o servizi) + il 75% delle spese di rappresentanza per alberghi o ristoranti.

Non sono considerate spese di rappresentanza di questo tipo:

  • I costi sostenuti per ristoranti e alberghi in occasioni di trasferte professionali;
  • I costi sostenuti per ospitare uno o più clienti in occasione di convegni o mostre volte a promuovere un prodotto.

Per questi costi ci sono altri limiti di deducibilità e detraibilità.

Dott. Marco Palano 20/12/2016

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